ALTAI (Siberia Occidentale) – Gli Idoli di pietra

ALTAI (Siberia Occidentale) – Gli Idoli di pietra

Regione dell'Altai Siberia

Le Stele di Kurgan (spesso chiamate “balbal” o” idoli”) furono spesso menzionate dai ricercatori dell’Altai del XVIII-XIX secolo. Molti di loro avevano facce di origini mongole scolpite nella pietra.

I recinti funerari scoperti e i kurgan furono chiamati “tombe di Chud” dopo la leggenda diffusa di un’antica tribù di Chud. Successivamente, misteriose iscrizioni rupestri furono trovate scolpite in linee sottili con uno strumento appuntito. Sono stati scoperti anche altri oggetti tra cui forni per la fusione del ferro. Ci è voluto del tempo per studiare i siti menzionati in dettaglio e attribuirli a una cultura archeologica comune denominata Cultura Turkic.

A metà del primo I° d.C., ci furono diversi sviluppi in Altai che cambiarono radicalmente il corso della storia del continente eurasiatico. Nel 460 d.C, 500 famiglie Ashina furono reinsediate con la forza dal Turkestan orientale ai monti Altai. Queste famiglie possedevano un segreto della produzione del ferro.

La leggenda narra che queste tribù siano state distrutte dalle tribù vicine e che solo un ragazzo sia sopravvissuto, al quale furono amputate le gambe. Fu una femmina di lupo a salvarlo e curarlo. Si narra anche che questa lupa, ritiratasi in una grotta, rimase incitna del ragazzo e che diede alla luce dieci figli. Una di questi era Ashina, una guerriera potente e galante. I suoi discendenti vennero in Altai e riuscirono a unire la gente del posto per diventare il nucleo di un nuovo gruppo etno-culturale che si fece chiamare popolo “Turkic”. Il popolo turkic era per lo più guerriero. Abili fabbri, producevano armi e armature ottenendo importanti vantaggi bellici sui loro nemici.

Il popolo turkic fu il primo popolo in Siberia a sviluppare e utilizzare ampiamente la scrittura (VII secolo d.C.). Simile a quello nordica, la scrittura era chiamato runico. Più di 90 testi runici sono stati rinvenuti in Altai.

 

Credit: Pavel Filatov ph.

EMIRATI ARABI UNITI – Le targhe automobilistiche

EMIRATI ARABI UNITI – Le targhe automobilistiche

Dubai

Un po’ come negli Stati Uniti, anche negli Emirati Arabi, si è diffusa la mania – originale e costosa – di comprare una targa particolare per la propria auto, avere quindi una targa personalizzata.

E’ normale a Dubai assistere a molte sfilate di auto di lusso: Porsche, Ferrari, Lamborghini, Aston Martin…ma non sono le auto a fare la differenza, bensì le targhe.

Un’auto di lusso può infatti sfigurare – agli occhi dei locali – rispetto ad una banale Jeep con una targa particolare.

La gerarchia delle targhe viene stabilita dal numero di cifre che la compongono.

In genere sono costituite da 5 numeri; è tuttavia possibile acquistare targhe con un minor numero di cifre. A Dubai una targa con 1, 2 o 3 cifre, fa molto più status symbol dell’auto stessa.

Le cifre più basse significano maggiore importanza, prestigio e qualche volta potere.

Le persone alla guida di auto con targhe di questo genere sono trattate in maniera diversa: godono di più rispetto sulle strade, al valet parking di ristoranti e hotel hanno il privilegio di avere i parcheggi migliori e di non dover aspettare per ritirare la propria auto.

Sua Eccellenza Sheikh Mohammad Bin Rashid Al Maktoum utilizza per gli spostamenti quotidiani una Mercedes Classe G (guidata personalmente), con targa numero 1 mentre suo figlio Sheikh Rashid guida una Mercedes Classe G con targa numero 5.

Il costo di una targa a 2 cifre (ad una cifra è praticamente impossibile trovarla, essendo tutte destinate ad appartenenti della famiglia reale) può superare i 200.000 €!

L’acquisto di una targa è diventato anche un’opportunità di investimento, poiché è possibile poi rivenderle a prezzi più elevati. Ci sono investitori che studiano i diversi numeri e le sequenze delle targhe disponibili per sapere quali possano rendere di più. Ad esempio, tripli zero su un numero di targa di 5 cifre hanno un valore esponenziale.

Chi ne trae i maggiori benefici è sicuramente la Motorizzazione, che facendo leva sul desiderio della gente di avere sulla targa una data importante della propria vita ha istituito la vincente campagna pubblicitaria “Plate your special date”.

TRANSATOUR MAROC – Migliore Agenzia del Marocco per il 2019

TRANSATOUR MAROC – Migliore Agenzia del Marocco per il 2019

Marocco
Siamo molto orgogliosi ed onorati di annunciare che TRANSATOUR MAROC è stata eletta “Migliore agenzia del Marocco per il 2019″ dal World Travel Award ™ https://www.worldtravelawards.com/award-moroccos-leading-travel-agency-2019.
World Travel Awards ™ è stato istituito nel 1993 per riconoscere, premiare e celebrare l’eccellenza in tutti i settori chiave dei settori dei viaggi, del turismo e dell’ospitalità. Oggi, il marchio World Travel Awards ™ è riconosciuto a livello globale come il segno distintivo dell’eccellenza del settore.
Sono quindi aperte le votazione per il 2020
Per esprimere il vostro voto: https://www.worldtravelawards.com/
Ad maiora!
GRECIA – Il Komboloi

GRECIA – Il Komboloi

Grecia

Chi è già stato in Grecia avrà sicuramente visto uomini di ogni età tenere in mano una specie di “collana” formata da piccole pietre e passarla continuamente tra le dita. Questo oggetto si chiama komboloi ed è appunto una fila di perle passate su una sottile corda le cui estremità vengono legate tra di loro e ornate con una finitura.

Come prima idea potrebbe sembrare solo uno strumento contro la noia, un anti-stress o un metodo per evitare di fumare troppo. In realtà il komboloi è molto di più, per i greci rappresenta una filosofia; li accompagna in ogni momento della giornata, nei momenti di gioia e di dolore, li solleva dallo stress, soffre e festeggia insieme a loro.

Il komboloi è composto da perle di diversi materiali (legno, ceramica, vetro, osso) ed è presente in diverse gradazioni di colori. Quelli più prestigiosi sono comunque quelli in ambra.

E’ chiamato anche il rosario greco, ma a differenza di questi strumenti di preghiera il numero delle pietre del komboloi può variare e le perle possono scorrere lungo il filo che le tiene insieme.

Quindi anche se non ha un valore religioso, viene utilizzato per recitare la preghiera di Gesù, ripetuta per tutti i grani del komboloi. Alcuni terminano con una croce e altri con una nappa, che dovrebbe servire ad asciugare le lacrime seguite alla preghiera del cuore.

Il komboloi è stato dapprima un simbolo di potere delle alte classi sociali: i signori locali portavano con loro un pesante e prezioso komboloi che terminava con un’estremità di seta da poter accarezzare.

Poi con il passare del tempo, ha conquistato tutte le classi sociali divenendo molto popolare ma restando comunque un accessorio prettamente maschile.

A Nauplia è situato il Museo del Komboloi, che ospita – oltre a una collezione di rosari di diverse religioni – centinaia di komboloi divesri, dai più semplici ed economici, ai più pregiati.

INDIA – Il leone asiatico

INDIA – Il leone asiatico

India

Il leone asiatico, chiamato anche leone indiano, è una sottospecie di leone che vive solamente nella Foresta di Gir, nello Stato indiano del Gujarat.

Il leone asiatico è uno dei cinque grandi felini dell’India, insieme alla tigre del Bengala, al leopardo indiano, al leopardo delle nevi e al leopardo nebuloso, talvolta viene erroneamente considerato l’animale nazionale dell’India, ma in realtà l’animale simbolo dell’India è la tigre.

I leoni asiatici rispetto ai cugini africani sono simili nelle dmensioni e nelle forme, ma hanno delle differenze nel cranio (orecchie e naso), l’esemplare maschio ha in media una criniera meno imponente però ha un pelame che nell’insieme è più sviluppato (ad esempio i ciuffi di peli dei gomiti sono generalmente più sviluppati che nel leone africano, la coda è più folta e più lunga).

I leoni asiatici sono animali sociali che vivono in branchi, meno numerosi di quelli dei leoni africani e in media comprendono due sole femmine (anzichè quattro-sei), hanno abitudini meno socievoli e si congiungono con gli altri membri del branco solamente per accoppiarsi o attorno alla carcassa di una preda particolarmente grande.

Si nutrono prevalentemente di cervi, antilopi, gazzelle, cinghiali, bufali selvatici e bestiame domestico, quindi in generale si tratta di prede abbastanza piccole per la cui cattura necessita la collaborazione di pochi elementi.

La caccia a questi animali fu un’attività molto popolare tra i coloni britannici e i reali indiani, fortunatamente i numeri nell’ultimo decennio sono in incremento, sono stati censiti circa 700 esemplari.

E’ online ACADEMY, la piattaforma di e.training delle nostre destinazioni

E’ online ACADEMY, la piattaforma di e.training delle nostre destinazioni

Academy Tourism Connection

In questi mesi di chiusura forzata dove il settore del turismo è stato messo a dura prova, abbiamo deciso di concentrarci sul futuro e su come il nostro supporto possa essere di reale aiuto all’attività dei Tour Operatori e Agenzie di Viaggio

Abbiamo quindi messo a disposizione uno strumento di facile accessibilità e che resti a disposizione nel tempo, per essere consultato in ogni momento della realtà lavorativa quotidiana, dalla formazione dello  staff fino al momento della vendita con i clienti finali.

All’interno del nostro sito web www.tourismconnection.it si può accedere alla “Academy Connection“, un portale dedicato alla formazione di prodotto con semplici ma interessanti schede sulle Destinazioni (Conoscere la destinazione con informazioni generali, Approfondimenti come cucina, usi e costumi,… Immagini ed itinerari) e sui Resort (con info tecniche e pratiche sugli Hotel), scaricabile in formato pdf oltre ad alcuni video dedicati.

Con il tempo, a fianco delle formazioni di base aggiungeremo formazioni dedicate su specifiche tematiche o prodotti, come ad esempio “Conoscere e Capire i Riad di Marrakech”.

I corsi attualmente disponili online sono:

DESTINATION

  • Marocco
  • Oman
  • Giordania
  • Madagascar
  • Uzbekistan

SPECIAL INTEREST

  • Conoscere e Capire i Riad a Marrakech

RESORT

  • The Residence Maldives Falhumaafushi
  • The Residence Maldives at Dhigurah

IN-COMING:

  • Vietnam
  • Siberia
  • The Residence Tunis

Per iscriversi, è sufficiente “cliccare” sul seguente link e compilare i campi richiesti:

https://www.tourismconnection.it/academy/

Durante lo svolgimento delle lezioni saranno a disposizione i nostri esperti per ogni necessità o approfondimento

Al termine verrà inviato un simbolico attestato di frequenza

Per maggiori info, guarda il tutorial

https://www.youtube.com/watch?v=nUpgHU6a9bs&t=168s

Maldive e Tunisia – Ripartire sereni e sicuri con i Resort The Residence

Maldive e Tunisia – Ripartire sereni e sicuri con i Resort The Residence

Covid-19 Maldive Tunisia

La catena The Residence by Cenizaro, proprietaria di diversi Resort di lusso in diverse destinazioni paradisiache, è da sempre in prima linea per offrire esperienze di soggiorno sicure e serene ai propri Ospiti.

E’ per questo che fina dall’inizio di questa emergenza ha predisposto precauzioni sanitarie, formato scrupolosamente il suo staff e adottato specifici protocolli di prevenzione post-Covid.

Nei seguenti video vengono illustrate le procedure adottate nei nostri Resort delle Maldive e di Tunisi.

Buona visione

GRECIA – Le Meteore

GRECIA – Le Meteore

Grecia

Meteora è una famosa località ubicata nel nord della Grecia, nei pressi della cittadina di Kalambaka. È un importante centro turistico e della chiesa ortodossa (solo il Monte Athos raggruppa più monasteri), ed è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Letteralmente significa “sospeso in aria”e si caratterizza per la presenza di numerose torri naturali di roccia dove si sono insediati dei monasteri (a loro volta detti “meteore”), caratteristici per l’ardita costruzione in cima a pareti a picco.

I primi insediamenti risalgono all’XI secolo, quando i primi eremiti occuparono alcune grotte nei fianchi dei dirupi.

Nel XIV secolo, allo scopo di difendersi dai turchi, furono costruiti monasteri sulle cime di queste rocce inespugnabili. Si attraversò poi un periodo di proliferazione e di ampliamento dei monasteri, ma con le varie incursioni dei conquistatori, iniziò il declino, in particolare dopo il XVII secolo.

Oggi sono funzionanti e visitabili solo sei dei ventiquattro monasteri che sono stati costruiti in questa area (due di questi abitati da suore) e i turisti possono vedere alcuni luoghi dei monasteri come la chiesa e, nei più grandi, il museo (per le donne sono a disposizione teli o pantaloni per coprire le gambe scoperte).

Questi rilievi di arenaria sono stati modellati dall’acqua e dal vento, in particolare ci sono quattro gruppi di torri alte fino a 400 metri. Per la particolare conformazione rocciosa Meteora è oggi meta di scalatori provenienti da tutto il mondo.

GEORGIA – Architettura italiana a Tbilisi

GEORGIA – Architettura italiana a Tbilisi

Georgia Tbilisi

In Georgia l’Italia è sempre stata famosa per tante sue qualità come l’arte, il cibo, la musica, il cinema, la moda e il calcio. Negli ultimi 15 anni ha però iniziato a farsi conoscere anche per l’architettura, grazie a due grandi architetti che hanno ridisegnato lo skyline di Tbilisi.

Infatti il governo georgiano nel 2004, per avviare nel Paese una rinascita politico-culturale, per rifarsi il look e per trasformare Tbilisi in una città cosmopolita, ha assunto l’architetto e designer ferrarese Michele De Lucchi.

Uno dei primi progetti affidatigli dal presidente Saakashvili è stata la riqualificazione del quartiere Rike, nei pressi del centro cittadino, dove è stato costruito un nuovo parco e dove è stato realizzato il nuovo Palazzo presidenziale (che ricorda molto il Reichstag di Berlino), i cui lavori, iniziati nel 2004, sono terminati nel 2009.

In seguito a De Lucchi è stata anche affidata la costruzione del nuovo palazzo del Ministero degli Affari Interni, struttura realizzata nel 2008, costruita su un’area di 50.000 mq, interamente ricoperta di vetro e ricorda la forma di un nastro ondulato.

L’anno successivo l’architetto ferrarese ha inoltre curato la realizzazione del Ponte della Pace, che collega lo storico quartiere Berikoni al quartiere Rike, attraversando il fiume Mtkhvari e diventando subito uno dei simboli della capitale georgiana. E’ di forma sinusoidale, composta da tubi d’acciaio ed elementi in vetro di forma trapezoidale. Visto da lontano il Ponte della Pace sembra essere sospeso sull’acqua, in quanto gli unici appoggi sono situati lungo le due sponde del fiume. L’opera è stata pensata come vero e proprio ponte tra antico e moderno, non solo perché divide il centro storico dal rinnovato quartiere Rike, ma anche perché simboleggia le ambizioni di un paese che vuole guardare avanti senza però dimenticarsi della propria identità.

Dopo questa importante collaborazione, è toccato poi a Massimiliano Fuksas, uno dei più noti architetti a livello internazionale, arricchire di nuove opere lo skyline di Tbilisi.

La prima struttura realizzata da Fuksas nella capitale georgiana è stata il Tbilisi Public Service Hall, attualmente sede di numerosi uffici amministrativi, a poche centinaia di metri dal Ponte della Pace di De Lucchi, è formato da sette volumi a sbalzo ricoperti di vetro, disposti intorno ad una grande piazza centrale. L’intera struttura è infine ricoperta da 11 grandi “petali” diversi tra loro per geometria e dimensioni, strutturalmente indipendenti dal resto dell’edificio e sorretti da una struttura a piloni ad albero.

Un’altra opera realizzata dall’architetto romano, ultimata negli esterni ma purtroppo non ancora utilizzata, è il Music Theatre and Exhibition Hall, nato come periscopio dal parco Rike a protendersi verso la città, infatti è composto da due volumi vagamente sagomati come grossi tubi e collegati come corpo unico ad un muro di contenimento.

GIORDANIA – Rum Farm

GIORDANIA – Rum Farm

Giordania

La Rum Farm è una fattoria situata nella valle del Wadi Rum in Giordania, vicino al confine con l’Arabia Saudita. E’ stata fondata nel 1986 e si estende per circa 2000 ettari di terreno nel bel mezzo del deserto.

Più nello specifico questa valle è chiamata “Valle della Luna” ed è una zona molto arida, con pochissime precipitazioni annuali e rada vegetazione.

Zone di sabbia rossa si alternano a montagne di granito ed arenaria, con gole, caverne, archi naturali…tutto si direbbe tranne che sia una terra fertile in cui poter produrre e coltivare qualcosa. Eppure le regioni desertiche di Israele e Giordania sono da anni oggetto di numerosi progetti agricoli, quindi con il coinvolgimento di alcuni beduini locali anche qui sono iniziate delle attività che iniziano ad avere successo.

Si è infatti scoperto che sotto il deserto del Wadi Rum vi è una grande falda acquifera e che garantisce gran parte dell’approvvigionamento idrico di tutta la nazione. L’acqua viene quindi presa dalla falda sotterranea, a 30-400 metri di profondità e irriga 78 ettari di campi circolari, una tecnica che funziona molto bene.

Rum Farm è oggi una fattoria specializzata nella coltivazione di prodotti come ortaggi, cereali e foraggio, melanzane, cavoli, fichi e melograni, patate, zucca, pomodori. Le colture vengono coltivate utilizzando tecniche speciali di irrigazione e un metodo che si dice essere in uso fin dai tempi antichi dagli Egizi e i Nabatei.