MADAGASCAR – Lo Zebù

MADAGASCAR – Lo Zebù

Madagascar

Uno degli animali simbolo del Madagascar (oltre ai simpatici lemuri e imprevedibili camaleonti) è sicuramente lo zebù, bovino con la caratteristica gobba sul dorso e le grandi corna. E’ di taglia media, con testa ed orecchie piccole, dal pelo corto e liscio che può essere di differenti colori: nero, rosso, bruno e grigio. E’ della stessa famiglia dei bovini europei, ma è originario dell’Asia tropicale, ed è per questo che sopporta molto meglio le alte temperature dei tropici.

Sono stati importati in Africa e forse incrociati con altre specie per un certo periodo, ma pare che gli Zebù malgasci siano particolarmente “puri”, più simili agli antenati asiatici.

E’ soprattutto allevato per la produzione di carne, ma trova anche altri importanti impieghi.

Gli zebù vengono infatti ampiamente utilizzati per la preparazione delle risaie, per l’aratura dei campi e per trainare carri e merci.

Senza zebù non ci sarebbero le risaie, vengono impiegati per calpestare i campi prima del trapianto del riso e grazie alla loro impressionante forza lavoratrice preparano la terra in maniera molto efficace.

E’ un mezzo di trasporto ecologico: agganciato a un carretto e in cambio di un po’ d’erba porta la gente del posto sui sentieri sinuosi della boscaglia, senza dover fare benzina e senza inquinare.

E’ un animale molto utilizzato nei riti malgasci, soprattutto come vittima sacrificale durante le cerimonie familiari, grandi eventi e manifestazioni. La sua carne viene condivisa anche per suggellare la “Fihavanana”, un sistema di valori che è alla base della società malgascia.

Lo zebù è presente anche nella morte: nel giorno del funerale viene sacrificata la mandria di zebù del defunto e i teschi vengono poi esposti sulla tomba per mettere in mostra il suo prestigio e per accompagnarlo nell’aldilà.

Lo zebù è molto importante nella cultura malgascia, in cui simboleggia una manifestazione esteriore di ricchezza. Possedere uno zebù, o – meglio ancora – un branco di zebù è un segno di successo e dello status sociale del proprietario.

Quindi più zebù si possiede e meglio è!

RUSSIA – è ufficiale: dal 1 gennaio 2021 è un vigore l’e-VISA per i cittadini italiani

RUSSIA – è ufficiale: dal 1 gennaio 2021 è un vigore l’e-VISA per i cittadini italiani

Russia Siberia Visti

Dal 1° gennaio 2021, i cittadini 52 stati esteri, tra cui l’Italia, potranno entrare in Russia con il visto elettronico.

Il visto turistico avrà una validità di 60 giorni per una permanenza massima di 16 giorni, sia per viaggi di piacere (leisure) che per affari (business)

La procedura semplificata è riportata (in inglese) nel sito dell’Agenzia Federale per il Turismo della Russia .

Prima di tutto occorre compilare il formulario di richiesta (link) prevedendo l’upload della copia in formato digitale del passaporto (con validità residua di 6 mesi dalla data di rientro e avere 2 pagine libere per i timbri di entrata/uscita alla dogana) e di una foto-tessera in formato digitale, oltre che al pagamento di una fee di USD 40 (bambini fino a 6 anni gratuiti)

Dopodiché, il rilascio dell’e-visa avverrà entro 4 giorni, che dovrà essere stampato ed esibito al check-in e all’ufficio doganale insieme al passaporto.

(attualmente, per le questioni legate alle restrizioni dovute al Covid-19, il rilascio del visto elettronico è sospeso, ndr.)

Secondo quanto riportato dal sito, non sarà più necessario la Lettera di Invito e sarà valido su tutto il territorio della Russia, ampliando quindi di fatto quando già avveniva per i cittadini italiani per i territori di San Pietroburgo e Kaliningrad.

GIORDANIA – La città di SALT candidata al riconoscimento di sito patrimonio mondiale Unesco

GIORDANIA – La città di SALT candidata al riconoscimento di sito patrimonio mondiale Unesco

Giordania UNESCO

La Giordania ha recentemente inviato la candidatura del sito di Salt all’inserimento nell’elenco dei siti patrimonio mondiale dell’Unesco.

La città, che dista circa 30 km da Amman, In passato fu considerata un importante insediamento in posizione strategica sulla rotta commerciale tra Occidente e il Deserto Orientale.

Nel corso dei secoli Salt subì il dominio di numerose civiltà, fra cui Romani, Bizantini e Mamelucchi.

Durante il periodo ottomano Salt ebbe il maggior sviluppo, poiché vi venne insediata la base amministrativa regionale, diventò una città commerciale, ed è stata residenza di molti ricchi mercanti che hanno costruito le loro case mescolando stili locali ed occidentali. In genere questi imponenti edifici di calcare giallo presentano tetti a cupola, cortili interni e le tipiche alte finestre ad arco. Quando poi Amman divenne la nuova capitale dell’Emirato di Transgiordania, iniziò il declino della città di Salt, ma queste case rimangono a testimonianza di quei tempi floridi.

Salt è considerato un sito di interesse anche dal punto di vista religioso. La città ospita, fra le altre, la Tomba di Giobbe, una delle prime figure patriarcali della Bibbia, e il santuario del profeta Jethro, il suocero di Mosè, così come le tombe di due figli di Giacobbe: Jad e Asher.

BREAKING-NEWS: OMAN – Ingresso senza Visto e nessuna quarantena!

BREAKING-NEWS: OMAN – Ingresso senza Visto e nessuna quarantena!

Oman

Siamo lieti di annunciare che è UFFICIALMENTE possibile tornare a viaggiare in Oman!

I cittadini di più di 103 paesi (elenco: https://lnkd.in/ebtVeVi) – tra cui l’Italia – possono entrare nel Paese senza visto di ingresso e rimanere per un massimo di 10 GIORNI, fino a nuove disposizioni.
Il Test PCR non richiesto prima dell’arrivo, ma dovrà essere effettuato all’arrivo all’aeroporto internazionale di Muscat.
La quarantena è stata sostituita dall’isolamento sanitario nella struttura turistica fino a quando non compaiono i risultati dell’esame PCR – il processo richiede solo da 24 a 48 ore!
E’ richiesta per tutti i turisti una copertura assicurativa di viaggio anche per il COVID19.

Inoltre tutti i viaggiatori devono scaricare l’app “Tarassud+” prima della partenza o all’arrivo in Oman e all’arrivo tutti dovranno effettuare una scansione termica. I passeggeri con sintomi verranno indirizzati a strutture designate per ulteriori esami.

Chi invece deve soggiornare per più di 10 giorni, dovrà procedere all’ottenimento del visto online.

LE MALDIVE VINCONO IL PREMIO WORLD’S LEADING DESTINATION 2020

LE MALDIVE VINCONO IL PREMIO WORLD’S LEADING DESTINATION 2020

Maldive Tourism Connection

E’ stato davvero emozionante apprendere che le Maldive hanno ricevuto il premio World’s Leading Destination alla Gran Finale dei World Travel Awards 2020 del 27/11/2020.

World Travel Awards, istituito nel 1993, è il più prestigioso programma di riconoscimenti nel settore dei viaggi e del turismo globale riconosciuto a livello globale come il segno distintivo dell’eccellenza del settore.

Questo premio è molto carico di significato, non solo perché è stata la prima volta che le Maldive hanno ricevuto questo titolo in competizione con altre 22 importanti destinazioni, ma soprattutto perché è anche il riconoscimento ai grandi sforzi effettuati da tutto il settore del turismo maldiviano – pubblico e privato – per la riapertura della destinazione dopo il blocco causato dalla pandemia .

Oggi le Maldive sono una destinazione relativamente sicura e un rifugio sicuro per i visitatori, grazie anche al concept “un’isola-un resort”. Infatti, tutto il mondo del turismo è stato costantemente informato sulle misure di sicurezza e sulle importanti procedure in atto per i turisti, arrivate con la riapertura delle frontiere il 15 luglio 2020.

Come Tourism Connection® siamo molto orgogliosi di rappresentare la catena internazionale The Residence by Cenizaro che è presente alle Maldive con due lussuosi e rinomati Resorts:  The Residence Maldives Falhumaafushi e The Residence Maldives at Dhigurah e non vediamo l’ora di poter accogliere nuovamente e al più presto tutti i gli ospiti italiani.

Per informazioni in merito alle misure anti-Covid, scarica il video.

GIORDANIA – Lawrence D’Arabia

GIORDANIA – Lawrence D’Arabia

Giordania

Uno dei personaggi più ricorrenti durante un viaggio in Giordania è senza dubbio Thomas Edward Lawrence, meglio conosciuto come Lawrence d’Arabia.

Nato in Galles nel 1888, già dai tempi del college intraprese diversi viaggi in Medio Oriente, visitando la Palestina, la Giordania, la Siria e l’Egitto. Nel 1914 venne arruolato al servizio cartografico dell’esercito inglese in Egitto, per poi passare all’intelligence militare e politica.
Il suo principale incarico fu quello di occuparsi dei rapporti con gli Arabi come ufficiale dei servizi segreti britannici ma nel 1916 dopo essere entrato in stretto contatto con il principe arabo Faysal come ufficiale di collegamento, prese a operare con l’incarico di fomentare la Rivolta Araba contro gli occupanti turchi, alleati con i Tedeschi.

La prima importante vittoria, Lawrence la conseguì il 6 luglio 1917 con la conquista del porto di Aqaba, sul Mar Rosso. La sua base operativa da cui partì con la spedizione fu il deserto del Wadi Rum.
Nel dicembre 1917, diventato ormai per tutti “Lawrence d’Arabia” e al comando del contingente arabo, partecipò all’ingresso trionfale delle forze anglo-arabe a Gerusalemme e successivamente alla conquista di Damasco nell’ottobre 1918 insieme al generale Allenby, capo delle forze britanniche in Medio Oriente.
Questa fu la sua ultima operazione importante, infatti nel dopoguerra Lawrence visse un periodo di inquietudine. In effetti oltre ad aver combattuto con grande fierezza e aver conquistato la fiducia degli arabi, un po’ ambiguamente seguì allo stesso tempo gli ordini del comando britannico.

Ebbe quindi forti sensi di colpa quando alla Conferenza di pace di Parigi nel 1919, il Medio Oriente e i popoli arabi vennero messi ai propri servizi da Inglesi e Francesi.

Era anche un personaggio molto orgoglioso e ambizioso e con il desiderio di diffondere il proprio mito, nel 1919 Lawrence aveva iniziato a stendere le sue memorie di guerra, che vennero pubblicate nel 1926 con il titolo “I sette pilastri della saggezza”.

Morì nel 1935 a causa di un grave e ancora misterioso incidente motociclistico.

VIETNAM – La festa del TET (parte 2)

VIETNAM – La festa del TET (parte 2)

Vietnam

Come segnalato nella puntata precedente, per i vietnamiti il Tet è l’evento più importante dell’anno. Vengono ricordate le proprie origini, si riabbracciano i familiari e si prega insieme per gli antenati.

Ogni vietnamita, dovunque sia finito per ragioni di lavoro, farà di tutto per tornare nel suo luogo di nascita per visitare le tombe degli antenati e passare questa festa insieme alla sua famiglia. La festa è ovviamente poi allargata ad ogni villaggio, questo comporta che le grandi città si svuotino in questo periodo e siano particolarmente tranquille.

L’usanza dei mortaretti (che scoppiettavano ininterrottamente nei giorni precedenti il Tet) è stata proibita dal governo data la sua pericolosità. Rimane invece invariata la tradizione della danza del leone, effettuata per le strade da danzatori e acrobati, accompagnati da una grande costume raffigurante un mitico mostro dalla testa leonina.

Ovviamente tutto il periodo festivo è accompagnato dalla preparazione di tipici piatti della tradizione famigliare, in particolare delle torte di riso glutinoso, uova e carne, che richiedono molto tempo (circa 12 ore) e il contributo di vari membri della famiglia che si devono alternare di fronte al fuoco.

La giornata di capodanno è caratterizzata da grande abbuffate e allo scoccare della mezzanotte si festeggia e si cerca di fare più rumore possibile per far scappare definitivamente gli spiriti cattivi. Subito dopo si passa alla preghiera.

Una volta iniziato il nuovo anno, è importantissimo anche che la prima persona a visitare la casa sia quella giusta: possibilmente maschio, con un buon carattere, ricco, con una famiglia felice e con molti figli. Questa prima visita sarà determinante per le fortune dell’anno intero. Quindi è sempre meglio aspettare l’invito anziché presentarsi a sorpresa a casa di qualcuno, per evitare di essere ospite sgradito e venire allontanato con gentilezza dal padrone di casa.

Buon Capodanno vietnamita a tutti !!

 

VIETNAM – La festa del TET (parte 1)

VIETNAM – La festa del TET (parte 1)

Vietnam

In Vietnam il capodanno lunisolare, detto Tet, è la festa più importante dell’anno: è una sorta di Natale, Capodanno e Pasqua messi insieme in un’unica celebrazione (è anche il compleanno di tutti !! ).

La data del Tet è sempre compresa tra il 19 gennaio e il 20 febbraio e l’atmosfera inizia a diventare frenetica. Ci sono da comprare piante, fiori e le varie decorazioni per la casa. Ma anche nuovi vestiti, soprattutto per i bambini, e se possibile gioielli. Si deve fare scorta dei generi alimentari e delle altre cose strettamente necessarie in quanto per molti giorni ogni attività commerciale rimarrà rigorosamente chiusa.

Bisogna ovviamente pensare anche ai regali. Il Tet, come da noi il Natale è l’occasione per i ricongiungimenti familiari e per rafforzare i legami sociali, anche attraverso appunto lo scambio dei doni.

Per prima cosa devono essere comprate delle banconote nuove di zecca (è possibile nei mercati e dai venditori ambulanti, a un prezzo maggiore del loro valore reale) da inserire nelle buste rosse da regalare a vecchi e bambini. Per tradizione, il valore delle banconote contenuto nelle buste deve essere sempre pari, in quanto i numeri dispari sono associati con il denaro che si dona in caso di funerali. Vanno quindi regalate banconote da almeno 2 dollari.

E’ anche molto comune regalare rametti di pesco, galli, riso, vino di riso in una zucca o in anfore tradizionali, cani e cose rosse come ad esempio le angurie.

Nei giorni che precedono il Tet tutte le case vengono ripulite. Porte e finestre sono tenute spalancate per giorni per far uscire tutto il “vecchio” e il “cattivo” e far entrare il “nuovo”.

Davanti all’altare degli Antenati (presente in ogni casa vietnamita e che viene completamente addobbato) viene posto un alberello di mandarini con la funzione di tenere lontani gli spiriti cattivi.

Ancora il Tet non è arrivato, ma i preparativi sono molti e proseguono, ne vedremo altri insieme nella prossima puntata…

BEYOND by MAGIC TRAVELS

BEYOND by MAGIC TRAVELS

Abu Dhabi Armenia Dubai Emirati Arabi Georgia Giordania Magic Camps Oman Partner

Di fronte al crescente desiderio di autenticità, spazio e consapevolezza per il turismo sostenibile, Magic Travels ha deciso di segnare una nuova svolta verso viaggi eco-responsabili ed etici, dopo un primo passo avviato dalla creazione dei Magic Camps (campi tendati eco-chic negli Emirati e in Oman).

Questa nuova svolta ha un nome: BEYOND by Magic Travels.

“Beyond”: oltre i classici tour, oltre i sentieri battuti e oltre le esperienze di viaggio generalmente offerte fino ad ora.

Questo nuovo brand, offrirà tour eco-responsabili nelle 5 destinazioni in cui Magic è presente con i propri uffici: Emirati Arabi, Oman, Giordania, Armenia e Georgia.

Ma perché BEYOND? Perché l’obiettivo di questa nuova produzione, che sarà inizialmente rivolta ai clienti individuali, sarà quello di portarli “oltre” i circuiti classici e non solo di offrire viaggi “avventurosi” al di fuori dei sentieri battuti, ma anche intense esperienze volte a favorire l’incontro con le comunità locali.

I programmi BEYOND saranno accessibili sia ai principianti che agli avventurieri esperti, alla ricerca di significati, o semplicemente di avventura ed emozioni.

Vengono promossi interscambi sociali e culturali attraverso tante esperienze originali e insolite per viaggi responsabili e autentici.

Porte chiuse si aprono per offrire incontri unici, per scoprire luoghi fino ad ora inaccessibili ma soprattutto per raccontare la vera storia del Paese. Quando il viaggio non è più una semplice meta ma un’immersione.

In un approccio di turismo responsabile, tutti i programmi sono creati da un team di appassionati con il pieno rispetto delle popolazioni locali e dei loro ambienti.

BEYOND, where the MAGIC happens!

ALTAI (Siberia Occidentale) – Gli Idoli di pietra

ALTAI (Siberia Occidentale) – Gli Idoli di pietra

Regione dell'Altai Siberia

Le Stele di Kurgan (spesso chiamate “balbal” o” idoli”) furono spesso menzionate dai ricercatori dell’Altai del XVIII-XIX secolo. Molti di loro avevano facce di origini mongole scolpite nella pietra.

I recinti funerari scoperti e i kurgan furono chiamati “tombe di Chud” dopo la leggenda diffusa di un’antica tribù di Chud. Successivamente, misteriose iscrizioni rupestri furono trovate scolpite in linee sottili con uno strumento appuntito. Sono stati scoperti anche altri oggetti tra cui forni per la fusione del ferro. Ci è voluto del tempo per studiare i siti menzionati in dettaglio e attribuirli a una cultura archeologica comune denominata Cultura Turkic.

A metà del primo I° d.C., ci furono diversi sviluppi in Altai che cambiarono radicalmente il corso della storia del continente eurasiatico. Nel 460 d.C, 500 famiglie Ashina furono reinsediate con la forza dal Turkestan orientale ai monti Altai. Queste famiglie possedevano un segreto della produzione del ferro.

La leggenda narra che queste tribù siano state distrutte dalle tribù vicine e che solo un ragazzo sia sopravvissuto, al quale furono amputate le gambe. Fu una femmina di lupo a salvarlo e curarlo. Si narra anche che questa lupa, ritiratasi in una grotta, rimase incitna del ragazzo e che diede alla luce dieci figli. Una di questi era Ashina, una guerriera potente e galante. I suoi discendenti vennero in Altai e riuscirono a unire la gente del posto per diventare il nucleo di un nuovo gruppo etno-culturale che si fece chiamare popolo “Turkic”. Il popolo turkic era per lo più guerriero. Abili fabbri, producevano armi e armature ottenendo importanti vantaggi bellici sui loro nemici.

Il popolo turkic fu il primo popolo in Siberia a sviluppare e utilizzare ampiamente la scrittura (VII secolo d.C.). Simile a quello nordica, la scrittura era chiamato runico. Più di 90 testi runici sono stati rinvenuti in Altai.

 

Credit: Pavel Filatov ph.